Giovanni Verna

Da "Pasquale Scarpitti" a 25 anni dalla morte

a cura di Giovanni Verna

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Ordine dei giornalisti dell'Abruzzo

Associazione Stampa Abruzzese

CRITICO D'ARTE MA SOPRATTUTTO GIORNALISTA.

Il collega Mario Bossone ha parlato brevemente delle qualità professionali di Pasquale Scarpitti.

Gli è stato vicino più di me, due anni, ma entrambi gli volevamo bene per una lunga serie di motivi.

Nel libro che fu stampato a Castel di Sangro, undici anni fa e che riporta gli atti del convegno organizzato in occasione del decennale della morte, Pasquale viene ricordato sopratutto, anzi quasi esclusivamente, come poeta e scrittore.

Oggi noi, con un ricordo doveroso e affettuoso, non possiamo dimenticare che Pasquale Scarpitti era sopratutto un giornalista militante che in pratica guidava una redazione e che attraverso i Gazzettini Regionali e i contributi per le testate nazionali, testimoniava in Abruzzo il dovere dell'informazione.

Voglio puntualizzare brevemente alcuni aspetti dell'attività giornalistica di Pasquale Scarpitti.

Giornalista, critico letterario e soprattutto crititco d'arte. Tutti ricordavano i suoi "paginoni" su "Il Messagero", il quotidiano che usciva in Abruzzo.

Essendo poeta e scrittore, sapeva scrivere di poeti e di scrittori, sapeva giudicarli (per questofaceva parte di numerose giurie) e sapeva sopratutto far entrare il lettore nel mondo degli artisti.

Sapeva farsi capire perchè era padrone della materia.

L'itinerario dell'artista era chiaro nella sua mente e per questo sapeva donarlo al lettore. Pasquale però era anche un giornalista militante che quotidianamente si scontrava con la cronaca.

Scarpitti aveva l'intuito della notizia ma aveva sacro il dovere del controllo delle fonti di informazioni.

Scarpitti lavorava indefessamente per tenere fede al dovere di imparzialità nella diffusione delle notizie, per mantenere sempre saldo il rapporto con i colleghi e per pensare all'Abruzzo, la sua Terra che amava al di sopra di tutto.

La radio, venti anni fa, era lo specchio della realtà abruzzese e "Torre Civica" che dava voce, sia pure con due righe, a comunità che mai sarebbero andate sui giornali, era un mezzo perchè lo specchio fosse più nitido possibile. Pasquale Scarpitti sapeva tutto questo e voleva che lo specchio riflettesse la realtà senza incrinature.

Parlerà anche qualcuno di "Discanto" la sua ultima, monumentale opera sull'Abruzzo. Un libro che ha scritto con passione ma che gli è costata tanta fatica. Dico senza mezzi termini che Pasquale ha dato la vita per "Discanto".

A distanza di ventuno anni gli diciamo grazie per l'affetto che ci ha donato e per l'amicizia che in tante occasioni ci ha dimostrato.

Per noi che crediamo, Pasquale è una presenza viva che non dimenticheremo mai.

GIOVANNI VERNA

Giornalista