Mario Bossone

SCARPITTI E LA RADIO. UN CAVALIERE ANTICO.

Sono passati vent'anni. Sono passati cent'anni. E il ricordo di Pasquale Scarpitti, poeta dal respiro affannoso di chi teme di non avere più tempo. Perchè cosi si lavorava allora: con l'orologio che incalzava e non ti dava tregua. L'ansia era fedele compagna di quest'uomo antico, antico di sentimenti e di principi. Era un ansia che fondava le sue radici nei valori in cui Scarpitti credeva e che oggi sono mutati, come una spaventosa metastasi, in mancanza di scrupoli e arrivismo.

Il mondo era migliore allora, ma anche allora Scarpitti pareva vecchio per le cose in cui credeva e che purtroppo erano già al tramonto.

Insomma un cavaliere antico, anzi un dinosauro dalla corazza resa fragile dalla sensibilità del poeta.

Questa sensibilità permeava anche il suo lavoro. Era un giornalismo,quello di Scarpitti, perfetto per i grandi servizi:per i memorabili documentari, toccanti e commoventi allora come adesso.

Nelle inchieste sui grandi animali del parco Scarpitti raccolse vivide testimonianze di chi aveva incontrato orsi e lupi e la vena poetica, sempre presente, conferiva al suo lavoro atmosfere ineguagliabili.

Usavano ancora le notizie a quel tempo. I giornalisti non apparivano - se non raramente - nei servizi televisivi.

Pochissime facce e più immagini. Vigeva ancora la regola delle 4 W (in volgare: chi, dove, quando e perchè)trasformata oggi, per molti, in "come, quando, fuori, piove".

Un altro giornalismo: scrupoloso, attemto, vissuto.

Fra i protagonisti, Scarpitti.

Indimenticabile e di grande attualità il documento sull'eccidio nazista di Limmari a Pietransieri, un vero e proprio monumento per chi gli strazianti dolori della guerra non vuole dimenticare; un monito per coloro che confondono l'indifferenza con l'angoscia, l'aguzzino con la vittima.

Arrivederci, allora vecchio Scarpitti. Per te le parole di Evtusenko: " non muoiono gli uomini, scompaiono i mondi ".

MARIO BOSSONE

Giornalista