Mario Santarelli
L'U.C.S.I. PER SCARPITTI
L'Abruzzo nel cuore. Era la sua terra Castel di Sangro in particolare, il punto di partenza e di arrivo di Pasquale Scarpitti. Lo testimoniano i suoi scritti. Su tutti "Discanto" che, ormai a tanti anni dalla sua pubblicazione, penta una summa sempre più preziosa delle testimonianze, che grandi abruzzesi, scrittori e pittori, diedero di questa nostra regione. C'è in questo libro una lettera di Ennio Flaiano che è oramai pentata un documento storico: in essa, rivolgendosi all'amico più che al giornalista Scarpitti, lo scrittore identifica la natura dell'abruzzese. Cioè il suo essere fondamentalmente "cristiano", il suo essere legato indissolubilmente al posto in cui è nato, la sua incapacità di pentare altro da sè in qualunque situazione nuova sia costretto a vivere. E, in fondo, era questa la natura di Pasquale Scarpitti. Giornalista scrupoloso, attento ogni volta al dettaglio dei sentimenti, anche nella notizia più cruda. E per questo, qualcosa di più di un cronista. Fu, cioè, vero uomo di cultura, votato alla comprensione e alla valorizzazione della sua terra e della sua gente. Un lavoro mai disgiunto dall'impegno civile, peraltro. Memorabile il suo documentario radiofonico sulla strage nazista di Limmari di Pietransieri. Nel suo racconto si colgono tutti gli elementi professionali e umani di Scarpitti, capace di essere insieme giornalista, storico, quasinotaio di quella tragedia senza per questo spersonalizzarsi, partecipando cioè al dolore della gente di quella contrada.
A 25 anni dalla morte si rischia sempre di sfociare nella retorica o di ricordare soltanto ciò che può far piacere. Non può valere questo rischio per Pasquale Scarpitti. Nella memoria di chi lo ha conosciuto e soprattutto negli scritti che ci ha lasciato emerge limpida la sua personalità scrupolosamente professionale e immancabilmente umana.
MARIO SANTARELLI
Presidente Regionale U.C.S.I.